Onorevoli Colleghi! - La concessione della cittadinanza italiana a cittadini stranieri deve comportare il rispetto sia della Costituzione sia dei princìpi fondamentali del nostro ordinamento e quindi delle regole della convivenza civile.
Lo spirito della presente proposta di legge è proprio quello di rafforzare l'importanza del riconoscimento della cittadinanza agli stranieri, introducendo, con una modifica all'articolo 12 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza, la revoca della cittadinanza sia in caso di gravi violazioni del dovere di fedeltà alla Repubblica, sia in caso di commissione di reati particolarmente gravi.
Si è inteso prendere in considerazione i princìpi fondamentali della legge n. 91 del 1992 per creare una disciplina più completa al fine di far rispettare il patto etico tra il cittadino e lo Stato. Infatti, già l'articolo 12 della suddetta legge prevede che il cittadino italiano, che accetti un pubblico impiego o una carica pubblica da uno Stato o da un ente pubblico estero o da un ente internazionale cui non partecipi l'Italia, ovvero presti servizio militare per uno Stato estero, possa perdere la cittadinanza italiana e la perda sicuramente se lo Stato estero è in guerra con l'Italia. Tuttavia, attualmente non è previsto che il cittadino coinvolto in organizzazioni terroristiche o che renda colpevole di reati gravi perda il privilegio della cittadinanza.
È rischioso per la sicurezza del nostro Paese che i traditori del patto di fedeltà con lo Stato continuino a godere dello status di cittadino.
Una tutela non pienamente efficace è già prevista dall'articolo 6 della citata legge n. 91 del 1992, che prevede, tra le cause di preclusione dell'acquisto della